LO SCRIGNO SVELATO. Tesori d’arte dalle collezioni pisane

La mostra Lo scrigno svelato. Tesori d’arte dalle collezioni pisane presenta una serie di opere, inedite o particolarmente rare e preziose, legate alla città, alla sua storia, ai suoi monumenti e ai suoi protagonisti.

Dipinti, sculture, disegni, stampe, libri, manoscritti e costumi, provenienti dai più importanti musei e biblioteche pubbliche e da molte collezioni private, sono esposti in un suggestivo percorso che nelle sale del Palazzo Lanfranchi (a sua volta “scrigno svelato”) ricompone, attraverso i secoli, il racconto di una città e di alcune delle sue più belle e significative testimonianze artistiche.

 

La mostra si snoda attraverso 8 sale:

SALA 1

Le bellezze di Pisa, le fatiche di Ercole 

La mostra inizia rievocando un episodio significativo della Pisa barocca e delle sorprendenti bellezze che, oltre alla piazza del Duomo, la città offriva – e continua a offrire – a viaggiatori e artisti.

Nel 1639, nella piazza di fronte al Palazzo granducale (oggi Piazza Carrara), viene allestita una festa in onore della visita in città di Vittoria della Rovere, moglie del granduca Ferdinando II.

Il sontuoso spettacolo con corteo mascherato, musiche e danze, accompagnato dal poemetto Alfea Reverente (opera forse di Pietro Cascina) è documentato da una celebre acquaforte eseguita da Ercole Bazzicaluva, qui accostata all’inedita, splendida scagliola da riferire allo stesso artista. Al pisano Ercole Bazzicaluva (1590?-1641), abile incisore e “maestro di campo”, si devono una serie di  disegni e incisioni di paesaggi dal vero e d’invenzione, oltre all’illustrazione del poema eroicomico Le Pazzie de’ Savi o Lambertaccio, pubblicato a Pisa nel 1641 dallo stampatore Bartolomeo Boccini. Tra le opere più belle dell’artista, un disegno che raffigura i lungarni cittadini, là dove il fiume piega verso il “Ponte della Degazia”. Vi si riconoscono la chiesa della Spina e alcuni palazzi della sponda meridionale, tra i quali quello dei Gualandi e il campanile della chiesa di san Cassiano e Ippolito; sulla riva opposta, gentiluomini che conversano appoggiati alle “spallette”, facchini che trasportano carichi e pitocchi che chiedono l’elemosina.

 

SALA 2 

Tra le svelate carte: storie di stampe e di libri 

Dal ricco patrimonio della Biblioteca Universitaria di Pisa presentiamo alcune opere recentemente restaurate che, tra scienza e antiquaria, raccontano storie affascinanti:

  • un codice figurato medievale in pergamena della prima metà del XIV secolo (proveniente dall’archivio Roncioni) di grande interesse per la storia della medicina e dell’iconografia anatomica;
  • la Melissographia, splendida tavola incisa da Matthäus Greuter nel 1625 e conosciuta in pochissimi esemplari, che documenta le osservazioni microscopiche rese possibili dalla nuova scienza galileiana e dal vivace ambiente romano dell’Accademia dei Lincei;
  • i due volumi del De Etruria Regali di Thomas Dempster, l’opera più rappresentativa dell’intenso dibattito antiquario nella Toscana degli ultimi Medici. Accanto, scorrono le immagini del Liber Liber Maiorichinus de gestis Pisanorum illustribus, poema balearico del XII secolo composto dal chierico pisano Enrico, canonico della Cattedrale di Pisa e pievano di Calci.
  • Oltre ai libri e ai manoscritti, alcune bellissime stampe documentano – sempre dalla prospettiva di un collezionismo estremamente raffinato –  la straordinaria stagione dell’incisione seicentesca:
    • capolavori all’acquaforte di Stefano Della Bella (tra cui le due “ventole” con i rebus sull’Amore e sulla Fortuna, eccezionalmente presentate insieme),
    • il ritratto del pittore pisano Orazio Gentileschi disegnato da Van Dyck e inciso a bulino da Lucas Vosterman, un omaggio al genio di Rubens con stampe derivate dalle sue formidabili invenzioni.

 

SALA 3 

Grand Tour

Irrinunciabile mèta del romantico Grand Tour, Pisa è raccontata nel corso del XIX secolo da artisti e viaggiatori attraverso disegni, dipinti, lettere, scagliole, alabastri e souvenir che testimoniano il fascino della città e dei suoi celebrati monumenti.  La galleria di immagini che proponiamo, con molti inediti e autentiche scoperte, vuole essere anche un invito a tornare sulle rotte del Grand Tour come occasione per riappropriarsi del viaggio nei suoi più profondi valori intellettuali, emozionali, etici.

Inediti ritratti

Provenienti dalle collezioni di Casa Savoia conservate nel Museo Nazionale di Palazzo Reale, questi due doppi ritratti femminili di pieno ‘800 costituiscono una sorpresa affascinante. Le giovani sorelle/amiche, in abiti di contadinelle e di cittadine, guardano lo spettatore con divertita complicità, invitandolo a una profonda riflessione sui temi della modernità tra un sorriso, un sigarino e un calice di ottimo champagne.

 

 

SALA 4

Il fiume, il mare 

Dal monte al mare, l’Arno è Pisa, segna la sua storia, scandisce le sue stagioni. Affascinante è seguire il corso del fiume, come proposto dal cartografo settecentesco autore di una inedita serie di cabrei che dal Falterona tracciano il fiume fino a Boccadarno, mostrando anche i particolari della pineta che arriva al Calambrone, ovvero la zona in cui di lì a poco sorgerà Marina di Pisa.

Proprio l’Arno, la foce e Marina di Pisa offrono motivi paesaggistici molto amati dai pittori di fine ‘800 e inizi ‘900, come documentano alcuni dipinti per la prima volta presentati al pubblico, con retoni, spiagge, onde, scogli e le magiche atmosfere del nostro mare.

 

SALA 5

Pisa medicea 

Dallo scrigno della Fondazione Anna Maria Luisa de’ Medici, alcune opere raccontano storie e personaggi che, tra XVII e XVIII secolo, documentano la Pisa e la Toscana dei Medici in modo originale e suggestivo. Particolarmente preziosa è infatti la serie di dipinti con i ritratti di Vittoria della Rovere, Margherita d’Orléans e Anna Maria Luisa, accompagnati da stampe, oggetti e lettere, a restituire trame pubbliche e private di granduchesse, spose, madri.

 

SALA 6

Pisa ottocentesca 

Nell’ottobre del 1839 Pisa accoglie la Prima Riunione degli scienziati italiani, un evento che, nel nome di Galileo, segna una tappa di fondamentale importanza nella storia della scienza moderna. Ne riproponiamo il suggestivo video-racconto prodotto nel 2011 dall’associazione “La Limonaia Scienza Viva” con la regia di Gianluca Paoletti. Ma sono tante le storie ottocentesche che passano da Pisa: basti pensare alle suggestioni garibaldine a cui invita il dipinto raffigurante Giuseppe Garibaldi a Caprera conservato nelle collezioni del Comune di Pisa, bella replica del quadro di Pietro Senno della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze.

 

SALA 7

Verso il ‘900 

La bella stagione dell’arte pisana tra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX è testimoniata dall’opera di Francesco e Luigi Gioli, Spartaco Carlini, Ferruccio Pizzanelli, Giuseppe Viviani e altri autori più o meno noti. Accanto a loro, presentiamo per la prima volta opere di due artisti locali che vale la pena riscoprire:

  • alcuni ritratti del pittore Giuseppe Ercoli (1857-1913) e
  • una rassegna di sculture di Francesco Morelli (1885-1976).
  • La notevole acquaforte del pittore russo Leonid Pasternak (1862-1945) rimanda invece ai suoi soggiorni a Pisa e a Marina di Pisa condivisi con il figlio Boris, il celebre scrittore (autore de Il dottor Zivago) che alla città dedica un racconto e pagine di viaggio. Una delle molte, accattivanti storie che legano Pisa all’arte e alla cultura russa.
  • L’accenno al Fondo Titta Ruffo conservato presso il Teatro Verdi, dedicato al celebre baritono pisano, annuncia prossime edizioni – e ulteriori tesori – dello Scrigno svelato.

 

SALA 8

(salone II piano)

 Tesori pisani 

La gloria e il fascino di Pisa si identificano nella storia dei suoi monumenti, nelle pietre, nei marmi, nelle pareti dipinte. Lo ricorda, negli anni ‘20 del ‘900, Galileo Chini affrescando il Palazzo Vincenti in Corso Vittorio Emanuele (oggi Corso Italia), all’epoca la sede della Camera di Commercio. Splendidi i cartoni preparatori, conservati nel Museo Nazionale di Palazzo Reale ed eccezionalmente prestati per questa mostra, con le scene della Posa della prima pietra della Cattedrale e del Trasporto della Terra Santa a Pisa. Un secolo prima, lo aveva ricordato l’incisore trevigiano Carlo Lasinio con le Pitture a fresco del Camposanto di Pisa (1812), la serie di incisioni dedicate al superbo ciclo di affreschi del Camposanto. Sorprendente per qualità e freschezza è l’inedito esemplare della terza edizione dell’opera, stampata dal fiorentino Alessandro Bernardini nel 1828, colorato a mano e impreziosito dalle rifiniture dorate: carte uniche e preziose attraverso cui tornare a immaginare l’effetto esercitato dagli affreschi su pellegrini, viaggiatori, artisti. Per accompagnare questi straordinari tesori, abbiamo scelto di riproporre l’allestimento Pisana Vestimenta realizzato dalla Fondazione Cerratelli nel 2010 e ispirato al Trionfo della Morte di Buffalmacco.

 

Il commento musicale è affidato al Coro dell’Università di Pisa, che interpreta magistralmente il Requiem in re minore KV 626 di Mozart: la mostra è dedicata a Maria Antonella Galanti.