Le ville di Ludwig Mies van der Rohe
Museo della Grafica di Pisa (Palazzo Lanfranchi) 13 Ottobre 2023 - 29 Ottobre 2023Le ville di Ludwig Mies van der Rohe
Museo della Grafica – Palazzo Lanfranchi
13 – 29 ottobre 2023
In occasione della Biennale di Architettura di Pisa, giunta alla sua V edizione, il Museo della Grafica (Università di Pisa, Comune di Pisa) ospita la mostra Le ville progettate da Mies van der Rohe a cura di Renato Capozzi, Michele Caja, Luca Lanini.
“La città condivisa: l’architettura come strumento per nuovi equilibri sociali”, è il focus e il filo conduttore di questa edizione delle Biennale di Pisa, ideata e organizzata dall’Associazione LP – Laboratorio Permanente per la città, che si svolgerà in vari luoghi cittadini proponendo incontri, convegni, letture ed esposizioni dal 13 al 29 ottobre.
La mostra ospitata a Palazzo Lanfranchi ha per oggetto il ri-disegno su base cronologica delle ville progettate da Ludwig Mies van der Rohe nel corso della sua carriera.
Il corpus principale di questo studio, che pur nell’ampiezza del campione analizzato non ha pretese di esaustività, è relativo soprattutto ai progetti successivi alla svolta «modernista» del maestro di Aquisgrana a partire da una attenta disanima dei suoi primi cimenti sul tema della residenza unifamiliare.
Il lavoro di ri-disegno critico di queste ville nasce come ricerca didattica nei laboratori di progettazione dei corsi di laurea magistrale in Architettura e Ingegneria edile architettura e nell’ambito di gruppi di ricerca dottorale rispettivamente presso il Politecnico di Milano, l’Università di Napoli «Federico II» e l’Università di Pisa. Il principio di base di questa ricerca è che l’architettura si possa comprendere (per poi ri-farla) solo a partire dal ri-disegno critico-analitico e orientato di alcune opere paradigmatiche, che manifestano il proprio carattere di costruzione logica e dunque di replicabilità del processo.
Da questo punto di vista, l’architettura delle ville «moderne» di Mies van der Rohe è esemplare: un unico principio spaziale, associato alla forma della vita domestica, viene messo in opera attraverso l’iterazione di elementi architettonici coincidenti con quelli della costruzione (pilastri, setti, muri liberi, pareti vetrate, pavimenti e solai) e sperimentato attraverso la produzione di un gran numero di variazioni e correlati successivi approfondimenti nell’ambito di una classe di soluzioni ammissibili.
Mettere in sequenza le tappe di una delle più straordinarie esperienze artistiche del Novecento significa non solo disvelare le linee di continuità e quelle di «faglia» di una ricerca paziente fino al limite dell’ossessione, ma soprattutto mettere in luce alcune tecniche compositive sottese che sondano e incrociano con grande adeguatezza ed esemplarità principi antichissimi (assialità, proporzioni auree, rapporti tra pieni e vuoti, tra parti coperte e altre scoperte dell’edificio) con quelli enunciati dalla «nuova tradizione» del moderno (slittamenti, smaterializzazione, essenzialità, trasparenze, riflessioni e velature). Ma soprattutto ripercorrere l’Erfahrung del maestro di Aachen significa ricondurre il discorso sull’architettura della casa, come quello sull’architettura tout court, a una riflessione sulle forme costruite, sullo spazio della vita dell’uomo.
Una relazione tra forma e vita che in architettura si manifesta in una dimensione assolutamente autonoma che nell’opera di Mies appare nei termini di una radicalità senza compromessi.
Questo repertorio di architetture eccellenti per l’abitare privato ci appare un utile strumento per tornare a interrogarci oggi sul significato contemporaneo della vita domestica, sulle relazioni tra modi di vivere e un pensiero sull’architettura che si rappresenti in forme archetipiche ed icastiche. Un tema che oggi ritorna e viene perpetuato in tutte quelle sperimentazioni e ricerche che hanno assunto il tema del rapporto con la natura e il paesaggio (anche quello interiore…) e della ricerca sulle forme dell’abitare come il proprio punto di vista sull’architettura. Un punto di vista che, per dirla conMies, «altri desirerebbero condividere».
Alcune dei progetti di ville presentati in questa mostra sono parzialmente inediti e ricostruiti a partire dagli schizzi disponibili on line nell’archivio del MoMA.
Gli autori intendono ringraziare i curatori editoriali Alberto Gatti e Oreste Lubrano per il lavoro svolto e gli studenti dei Corsi di Studio in Ingegneria Civile, Ambientale e Edile (a.a. 2016-17 e 2017-18) e in Ingegneria Edile-Architettura dell’Università di Pisa (2018-19) per la passione, la dedizione e l’intelligenza.