Dantesca. Motivi e suggestioni nella grafica contemporanea
Museo della Grafica di Pisa (Palazzo Lanfranchi) 25 Marzo 2021
Note al video di Giancarla Frare
Gina Meniello aveva quasi cento anni. Nata nel 1905, era partita giovanissima da un piccolo paese di Calabria e aveva vissuto in Argentina e poi a Ginevra, al seguito di una nipote, famosa concertista di pianoforte.
L’ho incontrata a Roma nel 2004, in una grande e vuota casa dell’Esquilino. Ci viveva con una badante, circondata da poche delle cose del suo passato. Una antica camera da letto, dove passava molto del suo tempo, incombeva con la nera patina e gli intagli scuri.
Piccola di statura, quasi rinsecchita, spariva in un grembiule troppo grande per lei. Non ricordava quasi più nulla della sua storia individuale. Ma, sollecitata, ripeteva con fare teatrale e con estrema sicurezza interi passi della Divina Commedia di Dante o versi dell’Ariosto. Per anni ho registrato ogni cosa: fino ai sui 105 anni Gina viene ripresa. Prima in piedi, poi seduta e negli ultimi tempi a letto. Un racconto della sua progressiva fragilità fisica e della sua immutata prodigiosa memoria di quei versi studianti in gioventù.
Gina non sa più chi è. Non riconosce le persone che ha intorno. Ma quei resti del suo passato vengono ripetuti come un mantra fino alla sua fine, a 107 anni. Scandiscono ossessivamente il tempo. Come a dire che, di noi, qualcosa rimane.
Guarda il video: https://youtu.be/DSPtZ2Hi_Bk