OPERE, TEMI, ARTISTI. COSTRUIAMO UNA MOSTRA VIRTUALE – Furio de Denaro, Autoritratto, bulino, 1985 – Autoritratto, bulino, 1992

Museo della Grafica di Pisa (Palazzo Lanfranchi) 27 Aprile 2020

Furio de Denaro, Autoritratto, bulino, 1985 – Autoritratto, bulino, 1992

Tra le quasi cinquecento matrici che ha lasciato nel suo studio, non è facile scegliere un’opera di Furio de Denaro perché ognuna di esse racchiude un piccolo mondo fatto di intermittenze di bianchi e neri che affascina e cattura. L’autoritratto è una delle tematiche ricorrenti che Furio usa per i suoi esercizi di stile, come se volesse interpretare con il bulino i passaggi della sua maturità e mettere a nudo la sua essenza. Le due immagini messe a confronto evidenziano come la sua mano sia cambiata e come il suo intento artistico sia stato influenzato dagli studi e dalla ricerca stilistica. Molto ci sarebbe da scrivere ancora su Furio de Denaro e sul perché abbia scelto la sua immagine riflessa,  ma questo sarebbe solo un altro grande capitolo della sua storia di uomo e di artista.

Roberta Dittura de Denaro

 

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Rivedi qui le opere pubblicate nelle settimane precedenti:   

Tono Zancanaro, Paolo e Francesca (Inferno, V), litografia su cartoncino bianco, 1966

   

“I fichi di Dante” di Antonio Possenti, opera raccontata da Maria Cristina Cabani   

Paolo Lapi, In campagna, acquaforte, 1979